Cocktail    

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La parola cocktail, di origine inglese, significa letteralmente “coda di gallo”. E che cosa abbia in comune la coda di un gallo con queste bevande non è ben chiaro.
Forse soltanto i colori infatti nei cocktail si mescolano fra loro i liquori dai più svariati colori.
Il termine comumque è diventato ormai di portata universale e come tale lo accettiamo anche noi nella nostra gastronomia.
Non crediate che preparare un cocktail sia tanto facile e banale.
Occorre innnzi tutto un’attrezzatura ben specifica. Inoltre bisogna seguire alcune regole che sono alla base di una buona riuscita di un cocktail.

Cocktail è un termine generico per definire vari tipi di drinks, che si suddividono in varie voci:

  • COBBLERS ovvero long drinks dissetanti che vanno serviti in bicchieri alti con guarnizione di frutta fresca affettata. Il ghiaccio va tritato a neve e versato direttamente nel bicchiere.
  • CRUSTAS: va preparato in una flute, con una scorza di limone tagliata a spirale e tanto lunga da occupare il bicchiere dal fondo fino al bordo. Inoltre il bicchiere deve essere “brinato” (si immerge il bordo delbicchiere in succo di limone e poi nello zucchero).
  • COOLERS: sono, come i cobblers, dei long drinks dissetanti e vanno serviti con guarnizione di frutta fresca affettata
  • CUPS sono bibite dissetanti, preparate in anticipo in grandi caraffe o in zuppiere d’argento (in questo secondo caso si servono versandoli nelle coppe con un mestolino).
  • EGG-NOGS: sono bibite stimolanti a base di uovo, nelle quali è d’obbligo una raschiatina di noce moscata.
  • HOT DRINKS: sono miscele calde a cui appartengono punches e grogs.E consigliabile servirli in tumblers (il tipo alto, da whisky) con supporto di metallo per evitare di scottarsi le mani.
  • FIZZES: sono bibite dissetanti nella cui preparazione è indispensabile il succo di limone e, talvolta, il bianco d’uovo.
  • JULEPS: l’elemento fondamentale di questi cocktails sono le foglie di menta.

Si mettono sul fondo del bicchiere alcune foglioline di menta e si schiacciano e poi si tolgono.
Andrà presentato con una decorazione di due o tre foglioline di menta.

Vediamo ora alcune regole fondamentali per la preparazione dei cocktails e l’attrezzatura fondamentale per un bar ben fornito:

  • il ghiaccio nello shaker deve essere a pezzi e non tritato
  • il succo di limone o di arancia va messo prima di tutti gli altri ingredienti, ad eccezione dello zucchero
  • la scorza di limone o di arancia va privata della pellicina bianca interna (consigliamo l’uso di un pelapatate o attrezzo apposito)
  • lo shaker va usato in due tempi: prima si scuote vigorosamente, poi si lascia riposare un attimo, quindi si scuote una seconda volta, con più delicatezza.
  • l’angostura va usata con parsimonia: uno spruzzo dell’apposita bottiglia corrisponde a tre gocce
  • i bicchieri saranno preferibilmente di cristallo o di vetro spsso.
  • i bicchieri non vanno mai riempiti fino all’orlo ma solo per tre quarti.
  • lavare sempre il ghiaccio prima di usarlo
  • non preparare mai più di quattro porzioni alla volta
  • lo shaker è il contenitore doppio nel quali si agitano i cocktails
  • il mixer è il bicchiere grauato nel quale si preparano le miscele, mescolandole con un cucchiaino dal manico lungo
  • il cocktail va versato nel bicchiere appena si è finito di agitarlo: il ghiaccio non deve cadere
  • l’oliva o la ciliegia va messa nel bicchiere prima di versarvi il cocktail

QUALI BICCHIERI?

Gli SHORT DRINKS sono i cocktail che vanno serviti in bicchieri picoli
I LONG DRINKS sono miscele allungate con soda o selz e servite in bicchieri alti con cannuccia


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