un chilo e mezzo di pesce, da taglio (razza o palombo), un litro di buon aceto bianco, fili di zafferano, un poco di farina, olio extravergine d'oliva, sale
la parola scapece si fa derivare dal latino "esca apicie", salsa di apicio. per la preparazione, pulire bene il pesce e tagliarlo a pezzi regolari, infarinarlo leggermente e farlo dorare in padella, in olio bollente; di mano in mano che si tolgono dalla padella, appoggiare i pezzi di pesce su carta da macellaio per far assorbire l'eccesso di unto e salarli. scaldare l'aceto in una pentola non metallica; preparare lo zafferano facendo seccare i fili (si può adoperare, a questo scopo, un cucchiaio scaldato al fuoco) e poi tritandoli. versare lo zafferano tritato nell'aceto bollente, tolto però dal fuoco. disporre i pezzi di pesce fritto, a strati, in un vaso o in una pentola di coccio e versarvi sopra la miscela di aceto e zafferano, in modo da ricoprirli completamente. il pesce è eccellente dopo una giornata di marinatura; si serve sgocciolato, come antipasto. adoperando un buon aceto forte, lo "scapece" si conserva per venti-trenta giorni.
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