Il nome "cantucci" deriva dalla parola latina "cantellus" che vuol dire pezzo o fetta di pane. La prima ricetta che parla dei cantucci è inserita in un manoscritto conservato nell'archivio di stato di Prato, per opera di Amadio Baldanzi, un erudito pratese del XVIII secolo. Successivamente, dei cantuccini si trova traccia anche nel dizionario dell'Accademia della Crusca, che nel 1691 ne diede la seguente definizione: "biscotto a fette, di fior di farina, con zucchero e chiara d'uovo". Nel XIX secolo Antonio Mattei, pasticciere di Prato, ne mise a punto una nuova versione, divenuta poi classica, per la quale ricevette numerosi premi a fiere campionarie in Italia e all'estero, tra cui una menzione speciale all'esposizione universale di Parigi del 1867.