prima domanda, "larghezza delle pappardelle?". maddalena pinzuti risponde che è sua madre a fare la pasta: "la taglia un po' a caso, una volta le pappardelle possono misurare due centimetri, l'indomani tre oppure quattro: dipende dal suo umore, dalla sua vena, da come le viene". "e il cinghiale lo marina la sera prima?" "no no, uso carne magra del coscio e solo quella. non uso marinarla. prima la lavo bene e l'asciugo. in un tegame preparo un sottofondo con carota, aglio, cipolla, sedano e olio, macino piuttosto grossolanamente la carne di cinghiale e quella di maiale magro, nel rapporto di 3 a 1, tre parti di cinghiale e una di maiale, e rovescio il macinato nel tegame appena il sottofondo è imbrunito. aggiungo vino rosso. lo lascio evaporare. intervengo con pomodori pelati e concentrato di pomodoro, metà e metà . ultimo tocco: due foglie di alloro, per aromatizzare. quando il sugo è pronto lo sposo in padella alla pappardelle, "saltandole". la carne macinata grossa dà un senso di selvatico addomesticato, risultato dell'alleanza tra cinghiale (il selvatico) e maiale (l'addomesticato).
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